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    Stavasi ancora la terrestre mole
Del Caos sepolta nell’abisso informe,
18E sepolti con lei la Luna e il Sole,
    E tu del sommo Facitor su l’orme
Spaziando, con esso preparavi
21Di questo Mondo l’ordine e le forme.
    V’era l’eterna Sapienza, e i gravi
Suoi pensier ti venìa manifestando
24Stretta in santi d’amor nodi soavi.
    Teco scorrea per l’Infinito; e quando
Dalle cupe del Nulla ombre ritrose
27L’onnipossente creator comando
    Sbucar fe’ tutte le mondane cose,
E al guerreggiar degli elementi infesti
30Silenzio e calma inaspettata impose,
    Tu con essa alla grande opra scendesti,
E con possente man del furibondo
33Caos le tenebre indietro respingesti,
    Chè con muggìto orribile e profondo
Là del Creato su le rive estreme
36S’odon le mura flagellar del Mondo;
    Simili a un mar che per burrasca freme,
E, sdegnando il confine, le bollenti
39Onde solleva, e il lido assorbe e preme.
    Poi ministra di luce e di portenti
Del ciel volando pei deserti campi
42Seminasti di stelle i firmamenti: