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Spettacol, che sorprende, e occupa i sensi
La natura anche incolta, e si trionfa
Dell’arte, che imitarla invan si sforza,
E indarno il debol suo vigor con vani
Ingegnosi ornamenti, e lo studiato
Ordine, e simmetria nasconder tenta.
     Dunque invan contra te, Spirto felice,
Il maligno furor de’ bassi ingegni
Latrando va, che a te sicura, e salda
La gran donna approntò nobil difesa;
Nè di ciò paga, i tuoi nativi pregi,
Che disadorni, e in semplice talora
Amabile rozzezza involti, e i fiori
Aonii fior dal troppo vigoroso
Lussureggiar de’ rami, e delle foglie
Sovente ascosi, ai dolci rai del giorno
Trasse, e alle corte viste ancor l’espose:
Onde l’incerto curioso sguardo
Erra maravigliando a te d’intorno,
E se riprende, e se di tardo accusa,
Che sotto man sì esperta egli rimira
Crescere ognor, moltiplicarsi, e nuove
Bellezze aprirsi a lui finora ignote.
Così talor se bruna forosetta,
Bella de’ pregi ignudi di Natura,
Ad abitar nella città sen viene,
Esperta mano a lei torce l’incolta