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Sulle sassose spalle ergersi mira
Annoso bosco, che tant’aria ingombra,
Sorgono da più lati a lui d’intorno,
E scendon degradando inverso il piano
Apriche collinette, ove i virgulti,
E le spinose siepi, e i cespi, e i fiori
Ha la Natura in bel disordin sparsi.
Guarda che vivo verde, amena veste
Del giovin anno, in cui spazia tranquille
L’occhio, e il pensiero, e con piacer si posa
Vedi cader dalle pietrose balze
Curve, e pendenti l’onde cristalline,
Che fere il solar raggio, e varj, e vaghi
Colori pinge nello spruzzo acquoso,
E le cime indorando ti discopre
L’antica torre, il pastorale albergo;
Mentre fra l’ombre, e gl’intricati rami
Intravedi gli armenti, ed i pastori,
Or mostrarsi, or sparir: del monte al piede
Limpido lago in spazio ampio si stende.
Dolce è mirar sopra l’ondoso piano
Pingersi il bosco, e la squarciata rupe,
E allo spirar dell’aura insiem confusi
Gli animali ondeggiar, le piante, i sassi.
In rozze sì, ma ricche, e maestose
Spoglie dispiega la sublime faccia,
E le maschie bellezze, e il vero e il grande