Di tenebre funeste ammanta il cielo?
Del tempestoso Baltico le sponde
Mi s’offrono allo sguardo, e tra l’incerto
Albor che cade pallido e languente
Dalle tremule stelle, io già discerno
Aguzzando le ciglia, la Danese
Di mostri, e di prodigj infame terra.
S’apron di morte le funebri stanze;
Non vedi uscir dalla dischiusa tomba
Di nere e rugginose armi guernita,
Pallida in volto; e d’atro sangue lorda
Del Dano regnator l’ombra sdegnata?
Vedi che scuote la terribil asta!
Vedi che freme! e al caro figlio intorno
Anelante s’aggira! O voi celesti
Genj, di grazia o placidi Ministri
Difendeteci voi! Fermati, o vana
Acrea forma, e se di voce alcuno
Uso tu serbi, parla, e perchè mai
Entro il silenzio della notte amica
Vieni a turbar de’ miseri mortali
I tranquili riposi? e che mai chiedi?
Da noi che brami? o Prence sventurato,
Vedi l’ombra, che geme, e che ti mostra
L’esteniate membra, che l’occulto
Mortifero velen segnò di sozze
Livide macchie, del crudel misfatto