Lentamente a disciorsi, e l’interrotto
Commercio usato in fra lo spirto, e i sensi
Era ně aperto ben, nè affatto chiuso:
Rinascevan le idee, ma sopra l’ali
Leggerissime errando, e dall’impero
Sciolte della ragione in nuova, e strana
Lega male accoppiate ad ogni istante
Volteggiando fra lor con isfrenati
Rapidi salti, ivan cangiando aspetto.
Così talora al soffio impetuoso
D’Austro, e di Coro miri in cento guise
Le lievi paglie errar, l’aride frondi,
E le minute arene insiem confuse
Mescolandosi ognor per l’aer voto.
È questo il dolce tempo, in cui si schiude
La cristallina, ovver l’eburnea porta,
Onde la lusinghiera agile turba
De’ sogni spiega le scherzose penne.
Mentre ondeggiando in un dubbioso oblio
Giva il vago pensiero immaginoso,
Volar mi parve sulle ricche sponde
Del guerriero Tamigi: ivi mirai
Quella, che un dì sulla temuta rupe
Del Tarpeo glorioso ebbe la stanza
La libertà latina in torva fronte,
Severa il volto d’Albione i figli
Chiamar con voce minacciosa all’armi: