Pagina:Poemetti italiani, vol. X.djvu/101


97

Dubitosa e tremante, ed a Matorco
Con tai detti mi volgo: o generoso
Re di Furfedo alpestre; e perchè mesto
Sarà Tontormo? egli di guerra è face,
Egli è stirpe d’eroi: nemici un tempo
Fur gli avi vostri, ma per Loda adesso
Van le lor ombre in amistà congiunte,
E stendon liete alla medesma conca
Le nubolose braccia: obblio ricopra
Le lor ire, o guerrier; questa è una nube
Dei dì che più non sono, amor la sgombri.
     Tai fur d’Ossian le gesta allor che il tergo
Sferzava il crin di giovinezza, ancora
Che alla vergin regal raggiasse intorno
Veste d’amabilissima beltade.
Tal fui; con gioia or lo rimembro: o vaga
Figlia di Luta, udisti; il canto mio
I già trascorsi dì richiama e arresta.