125Se l’Universo avesse alcun potere,
Che avesse più virtù del poter mio,
Per quello io giurerei che le mie voglie
Sarian sempre seconde al tuo desio;
E però la di Stige ombra profonda, 130E di Cocito l’infernal palude,
Siccome cosa vil, pongo in oblio,
Ma sulla fede mia faccio promessa:
Ecco, rimira, alzo la destra, e giuro,
Che io non giammai percoterò tuo core, 135Sicchè ei di non amar sarà sicuro.
Fornito il dir si dipartiro entrambo,
Vaghi di trarre a fine il lor pensiero.
L’Iniquità per la Tenaria foce
Precipitossi a piombo inver gli abissi, 140Di là di Flegetonte atri sentieri;
Nè si fermò, finchè non fu davanti
Al gran Pluton; quivi abbassò la fronte,
E piegò le ginocchia, ed adorollo
Ed ei le disse con altier sembiante: 145Qual cagion ti conduce al mio cospetto?
E di qual parte vieni? ella rispose
Vengo dalle fresche ombre d’Elicona
Ove sentia cantar le belle Dive.
E Pluton: che dicéan l’inclite Muse? 150Esaltavan l’onor di mia corona?
E l’orribile donna allor soggiunse: