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     Ma perchè varie idee, varj appetiti
Volgono l’uom, perciò sempre fra loro
Erano semi di discordie, e liti.
     Onde, per ritrovar pace, e ristoro,
50Fu d’uopo esser soggetti a patti tali,
Che del comun volere immago foro.
     Così le varie menti de’ mortali
Dall’utile comun prendendo norma,
Resero tutti i lor desiri eguali
     55Che in van tenta ridursi a certa forma
Corpo civil, se sol de’ propri affetti
Ogni stolto pensier seguita l’orma.
     Anzi anch’a’ dotti, e nobili intelletti
Tant’è più necessario il giusto freno,
60Quant’han di variar maggiori oggetti.
     Il saggio vive sol libero appieno,
Perchè del bene oprare il seme eterno
Dell’infinito trae dal vasto seno.
     Egli discerne col suo lume interno,
65Che da una sola idea sorge, e dipende
Delle create cose il gran governo.
     Il dotto è quel, che solo a gloria attende;
Qual è colui, che di Febeo furore
Tra l’alme Muse la sua mente accende.
     70Ma il saggio è quel, che mai non cangia il core,
E sempre gode una tranquilla pace
In questo brieve trapassar dell’ore.