Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Ond’io vi mostrerò quante, e quai sono
(Pria che ’l danaio fuor di banco v’esca)
Le parti, che richiede un poder buono.
E perchè ’l prezzo oltre il dover non cresca,
Io vi darò due documenti radi,
Che mai di compra fatta non v’incresca.
E vi dirò degli uomini e de’ gradi,
Col cui mezzo, e da cui l’aver fia leve
Cosa, che men vi costi, e più v’aggradi.
Della memoria mai non vi si leve,
Che nè poder, nè altro che si cole,
Comprar cupidamente unqua si deve.
Membratevi quest’altre due parole,
Quando al vedere, e al patteggiar voi siete
Che ciò, che mal si compra sempre duole.
Se ’l piè dall’orme mie non torcerete,
Fia ’l cammin buono; e non vi farà mai
Acqua torbida ber soverchia sete.
Voi mi potreste dir: se tu non hai
Nè poder, ch’io mi sappia, nè giardino,
Come trattarne, ed insegnar saprai?
Stimate ch’io sia un pover Fiorentino,
Che regga scuola d’abaco; e del mio
Non aggia da contar soldo o quattrino.
Quel che pria s’ha da fare, è il pregar Dio,
V’indirizzi al meglio; come in tutti affari
Tor dee principio ogni uom prudente e pio.