Pagina:Poemetti italiani, vol. II.djvu/29


25


     Scendon poi tutti ne l’ombrosa valle
570Per dar sepolcro a le leggiadre membra;
Ma non d’intorno al fonte o in altro calle
Le puon trovar, che maraviglia sembra:
Intra bianche viole perse e gialle
Truovano un fior ch’a nessun mai rassembra
575D’aver simile a quel veduto in prima,
E che Narcisso sia fra lor s’estima.

     È di candide frondi intorno cinto;
Ha d’aurato color la bella fronte;
E pur ancor da proprio amor sospinto
580Guarda se stesso nel tranquillo fonte.
Ciascun nel volto di pietà dipinto
Empie tutta d’omei la valle, e ’l monte;
Ciascun lo bagna de’ suoi pianti rei,
Eco piangendo ancor risponde omei.

     585Cotal fine ebbe il giovanetto altero
Dispregiator de l’amoroso foco:
E così va chi s’arma contro al vero,
E l’altrui lagrimar si prende in gioco.
Ligure pianta, se mai versi fero
590Torcer credenza altrui d’ingiusto loco,
Non dispregiate amor nè i servi suoi
Per quanto amate ’l ciel virtute e voi.