Ridotta alfin dentr’una cava oscura
Ragiona nel pensier con queste note: 355O qual tu sia che qui del mondo hai cura,
Deh se giusto pregar niente puote,
Questo impio cui sì bel formò natura,
Ch’ogni dolcezza dal suo petto scuote,
Poichè quante ha fra noi d’amor gli spiace, 360Ami se stesso almen, nè viva in pace.
E me qui nata a trista doglia e scherno,
Signor, conduci al destinato fine;
Il mio grave martir non viva eterno,
Se mai concesse fur grazie divine: 365Trai questo cor da l’amoroso Inferno,
Là dove senza fior sol trovo spine.
Il morir giovinetta è dolce sorte
A chi vita sostien peggior che morte.
Tal ragionando nel piagato core 370Diede il ciel di pietà non dubbio segno:
Sente le membra il nutritivo umore
Lasciar, si come foglia arido legno;
Di gel vestirsi il natural calore
Sente il bel corpo di durezza pregno, 375Sente ch’a parte a parte agghiaccia e ’mpetra,
Sentesi convertita in fredda pietra.