305Da’ suoi compagni d’una damma il corso
Lunge portato avea Narcisso un giorno.
Costei, quasi al suo gir fido soccorso,
Seguiva ascosa il giovinetto adorno,
Sempre guardando se ’l cinghiale o l’orso 310Al suo caro tesor vedesse intorno;
Che l’acerbo morir del bello Adone
Le dava di temer giusta cagione.
Di vista uscita la corrente fera
Lasciò smarrito il vago cacciatore; 315Che vedendosi sol vicino a sera,
Fu d’ira, di dolor colmo e d’orrore,
Con voci spesse la lasciata schiera
Chiama, che ’l tragga da la selva fuore:
E qualor le dicea veloce vieni; 320Eco a lui rispondea: veloce vieni.
Questo e molt’altro a’ suoi compagni disse,
A cui sempre Eco tal risposta fea;
E non scorgendo onde quel sonno uscisse,
Più che ancor tema, e maraviglia avea; 325E le luci tenendo in l’ombra fisse,
Perchè teco non son? talor dicea
Ella che questo pur sospira e brama,
Perchè teco non son? risponde e chiama.