Deh quell’alto valor ch’Apollo, e Giove
Vinse sovente, e ’l bellicoso Marte, 115Ha così gli occhi suoi rivolti altrove,
Noi qui lasciando in solitaria parte.
Or se nulla pietà ver noi ti move
Di tante voci lagrimando sparte:
Almen ti muova, o neghittoso Amore, 120Dell’alto regno tuo l’antico onore.
S’andrà schernendo il giovinetto altero
Senz’altra pena l’amoroso foco:
Chi sarà poi che ’l tuo schernito impero
Voto d’ogni timor non prende in gioco? 125Gli stral che ’n terra e ’n ciel tai prove fero,
Del primo onor mancando a poco a poco,
Ti mostreran quanta vergogna aspetta
Chi degli oltraggi suoi non fa vendetta.
Cotal sempre dicean per valli, e monti 130Le miserelle a’ sordi venti e al cielo,
Conversi gli occhi in lagrimose fonti,
Quasi schivando il suo terrestre velo;
Indi bagnate le dogliose fronti
Quali erbe erose dal notturno gelo, 135Sen gìano a ricercar colui, che solo
Dava cagion dell’angoscioso duolo.