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123Sovra e d’intorno i piccioletti Amori
Scherzavan nudi, or qua or là volando,
E qual con ali di mille colori
Giva le sparte rose ventilando,
Qual la faretra empiea di freschi fiori,
Poi sovra il letto la venia versando,
Qual la cadente nuvola rompea
Fermo in su l’ali, e poi giù la scotea.
124Come avea dalle penne dato un crollo
Così l’erranti rose eron riprese,
Nessun del vaneggiare era satollo,
Quando apparve Cupido ad ali tese
Ansando tutto, e di sua madre al collo
Gittossi, e pur co’ vanni il cor le accese
Allegro in vista e sì lasso, che appena
Potea ben per parlar riprender lena.
125Onde vien figlio? o quai n’apporti nuove,
Vener li disse, e lo baciò nel volto:
Ond’esto tuo sudor? quai fatte hai prove?
Qual Dio, qual uomo hai ne’ tuoi lacci involto?
Fai tu di nuovo in Tiro mugghiar Giove?
O Saturno ringhiar per Pelio folto?
Quel, che ciò sia, non umil cosa parmi
O figlio, o sola mia potenza, ed armi.
Fine del libro primo.