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     114Posa giù del leone il fero spoglio
Ercole, e veste di femminea gonna
Colui che ’l mondo da greve cordoglio
Avea scampato, et or serve una donna;
E può soffrir d’Amor l’indegno orgoglio
Chi colli omer già fece al ciel colonna;
E quella man con che era a tenere uso
La clava ponderosa, or torce un fuso.

     115Gli omer setosi a Polifemo ingombrano
L’orribil chiome e nel gran petto cascono,
E fresche ghiande l’aspre tempie adombrano:
D’intorno a lui le sue pecore pascono,
Né a costui dal cor già mai disgombrano
Le dolce acerbe cur che d’amor nascono,
Anzi, tutto di pianto e dolor macero,
Siede in un freddo sasso a piè d’un acero.

     116Dall’uno all’altro orecchio un arco face
Il ciglio irsuto lungo ben sei spanne;
Largo sotto la fronte il naso giace,
Paion di schiuma biancheggiar le zanne;
Tra’ piedi ha ’l cane, e sotto il braccio tace
Una zampogna ben di cento canne:
Lui guata il mar che ondeggia, e alpestre note
Par canti, e muova le lanose gote,