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     81L’acqua da viva pomice zampilla,
Che con suo arco il bel monte sospende;
E, per fiorito solco indi tranquilla
Pingendo ogni sua orma, al fonte scende:
Dalle cui labra un grato umor distilla,
Che ’l premio di lor ombre alli arbor rende;
Ciascun si pasce a mensa non avara,
E par che l’un dell’altro cresca a gara.

     82Cresce l’abeto schietto e sanza nocchi
Da spander l’ale a Borea in mezo l’onde;
L’elce che par di mèl tutta trabocchi,
E ’l laur che tanto fa bramar suo fronde;
Bagna Cipresso ancor pel cervio gli occhi
Con chiome or aspre, e già distese e bionde;
Ma l’alber, che già tanto ad Ercol piacque,
Col platan si trastulla intorno all’acque.

     83Surge robusto el cerro, et alto el faggio,
Nodoso el cornio, e ’l salcio umido e lento;
L’olmo fronzuto, e ’l frassin pur selvaggio;
El pino alletta con suoi fischi il vento.
L’avorniol tesse ghirlandette al maggio,
Ma l’acer d’un color non è contento;
La lenta palma serba pregio a’ forti,
L’ellera va carpon co’ piè distorti.