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     66Ivi ciascun più da vergogna involto
Per li alti gradi sen va lento lento:
Quali i pastori a cui il fer lupo ha tolto
Il più bel toro del cornuto armento,
Tornonsi a lor signor con basso volto,
Né s’ardiscon d’entrar all’uscio drento;
Stan sospirosi e di dolor confusi,
E ciascun pensa pur come sé scusi.

     67Ma tosto ognuno allegro alzò le ciglia,
Veggendo salvo lì sì caro pegno:
Tal si fe’, poi che la sua dolce figlia
Ritrovò, Ceres giù nel morto regno.
Tutta festeggia la lieta famiglia
Con essi, e Giulio di gioir fa segno,
E quanto el può nel cor preme sua pena
E il volto di letizia rasserena.

     68Ma fatta Amor la sua bella vendetta,
Mossesi lieto pel negro aere a volo,
E ginne al regno di sua madre in fretta,
Ov’è de’ picciol suoi fratei lo stuolo:
Al regno ov’ogni Grazia si diletta,
Ove Biltà di fiori al crin fa brolo,
Ove tutto lascivo, drieto a Flora,
Zefiro vola e la verde erba infiora.