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     57È par che ’l cor del petto se li schianti,
E che del corpo l’alma via si fugga,
E ch’a guisa di brina, al sol davanti,
In pianto tutto si consumi e strugga.
Già si sente esser un degli altri amanti,
E pargli ch’ogni vena Amor li sugga;
Or teme di seguirla, or pure agogna,
Qui ’l tira Amor, quinci il ritrae vergogna.

     58U’ sono or, Giulio, le sentenzie gravi,
Le parole magnifiche e’ precetti
Con che i miseri amanti molestavi?
Perché pur di cacciar non ti diletti?
Or ecco ch’una donna ha in man le chiavi
D’ogni tua voglia, e tutti in sé ristretti
Tien, miserello, i tuoi dolci pensieri;
Vedi chi tu se’ or, chi pur dianzi eri.

     59Dianzi eri d’una fera cacciatore,
Più bella fera or t’ha ne’ lacci involto;
Dianzi eri tuo, or se’ fatto d’Amore,
Sei or legato, e dianzi eri disciolto.
Dov’è tuo libertà, dov’è ’l tuo core?
Amore e una donna te l’ha tolto.
Ahi, come poco a sé creder uom degge!
Ch’a virtute e fortuna Amor pon legge.