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     3Sostien tu il fascio, che a me tanto pesa,
Reggi la lingua, Amor, reggi la mano;
Tu principio, tu fin dell’alta impresa,
Tuo fia l’onor, s’io già non prego invano,
Dì signor, con che lacci da te presa
Fu l’alta mente del Baron Toscano
Più giovin figlio della Etrusca Leda?
Che reti furo ordite a tanta preda?

     4Ben nato Lauro, e tu, sotto il cui velo
Fiorenza lieta in pace si riposa,
Nè teme i venti, o il minacciar del Cielo,
O Giove irato in vista più crucciosa,
Accogli all’ombra del tuo santo stelo
La voce umil tremante, e paurosa,
Principio, e fin di tutte le mie voglie,
Che sol vivon d’odor delle tue foglie.

     5Deh sarà mai che con più alte note,
Se non contasti al mio voler Fortuna,
Lo spirto delle membra, che devote
Ti fur da Fati insin già dalla cuna,
Risuoni te da i Numidi a Boote,
Da gl’Indi al mar, che ’l nostro cielo imbruna;
E posto il nido in tuo felice ligno
Di roco augel diventi un bianco cigno?