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Gl’Indi Elefanti, onde con esso finge
Su’l rugiadoso verde, e prende i figli,
Ancor le vedi aver l’occulta spada
Nella vagina, che natura ha fatta
Per la salute loro, e del suo Rege.
Trovasi scritto poi quel, ch’io non vidi,
Sebbene io le osservai per molte etadi;
Che ’l Re la spada sua, ch’ei tiene al lato,
La tien per scettro, e mai però non l’usa:
Quasi ammonendo ognun, che popol regge,
Ch’adoprar debba il senno, è non la spada.
Ma perchè ’l tempo fugge, è mai non torna,
Troppo ne spendo, mentre che l’amore
Mi spinge a investigar tutti i secreti:
E questo or basti a riparar la stirpe.
Poi resta a dir, come le sommerse apì
Si possan rivocar da morte a vita.
Tu prenderesti, Trissino eccellente
Gran meraviglia dalle mie parole,
Se non sapessi i fisici secreti,
E la natura delse cose occulte;
Pur un miracol grande io vo’ narrarti,
Non già per insegnare a chi altru’ insegna,
Ma sol per porre il suo fastigio al tempio.
Quando repente un tempestoso nembo
Per l’aere si condensa, e ’l cielo oscura,
E si preme dappoi, come una spugna,