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Allor fu che si vide orribilmente
Su Chieri tempestar, e sfrantumati
Quà e là cader da ferro ostil percossi
Merli interi, e bastioni, e in ogni canto
Arder templi, e palazzi, e gli altri tetti
Atre fiamme eruttar. Allor fu, allora
Che si mirò, spettacol doloroso!
La turrigera fronte bellicosa
Spirante maestà, gloria e possanza
Di quest’alma Cittade infranta, ed arsa
Precipitar al suol. Pavidi, erranti
E nobili, e plebei quindi fuggiro
A procacciarsi ne’ vicini monti
E nell’erme spelonche asilo e scampo
Ai feri strazi, e all’odiata morte,
Ed ivi rintanati giorno e notte
Traendo ognor dal conturbato petto
Angosciosi sospir stettero ahi! lassi!
Finchè d’intorno la bramata, e lieta
Novella risuonò d’essere omai
Cessato il fiero sacco, e il truce aspetto
Dell’oste predator rivolto altrove.
Però omai torci da sì tetra scena
Il mesto ciglio di pierà compunto,
Sacro Pastor, e dal pensier cancella
Ogni imago d’orror. Novella luce
Rifulse pur di rediviva gloria