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     Tal se tacitamente i passi affretta
250In cupa notte a sua capanna amica
La timidetta e stanca forosetta
Mira scherzar in sulla riva aprica
Fuoco notturno ch’il suo guardo alletta,
Obbliando la meta a sua fatica
255Coll’occhio par ch’i dolci error ne segua
Mentr’ ei scherza coll’aure, e si dilegua.

     Pari in colei sono i miei spirti attenti
Mentre a un solo pensier io m’abbandono.
Ma strisciano pel ciel folgori ardenti
260E rauco intorno romoreggia il tuono;
Nell’aer cieco trascorrendo i venti
Rendono sibitando acuto suono,
E densa polve sollevata in giro
Fa ch’ora invan cupido il guardo aggiro.

     265Non più vegg’io quelle leggiadre forme
Uniche di beltà, di grazia sole:
Stampando sul terreno incerte l’orme
Invano la ricerco, e al cuor ne duole.
Strano pensiero al mio stato conforme
270Sì m’ingombrò, che sol tronche parole
Sciolti dal labbro, e sbigottita, e smorta,
Ove son io, gridai, chi fammi scorta?