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     Dirti vorrei qual d’amorosa madre
Per l’evento crudel fu ’l cuor trafitto,
Dir come fosse dell’estinto padre
La dolce cura infino al gran tragitto,
205Dir che furono in lei grazie leggiadre,
E pensier sempre volti al cammin dritto:
Dir che tenera moglie e genitrice
E sposo e prole essa rendea felice.

     Ma per cantar di lei in colte rime
210Troppo è l’ingegno mio debole e corto:
Deh ripiglia tu pur le voglie prime,
E pietosa mi reca alcun conforto,
Bella Pescara, ch’all’Aonie cime
Nome immortal soavemente hai scorto:
215Puote d’eternitate andar secura
Affidata a te sol la nobil cura.

     I’ tacqui, e con dolcissima pietate,
La bellissima donna a me si volse,
E disse: allor che somma feritate
220La metà di mia vita a me ritolse
E’ ver che in rime pure ed onorate
Il mio povero cuor al ciel si dolse,
Ma è vero ancor che d’Acheronte appresso
Nuovi carmi formar non è concesso.