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     Ben della Dora il fa quella pendice,
E ’l bel terreno, e le leggiadre piante
Che insiem ci accolser nell’età felice:
180Ben quivi il sa la vario-pinta errante
Vaga farfalla; all’aura allettatrice,
Tu la seguisti pur meco scherzante,
E meco pur talora in dolce usanza
Corsier spingesti, od intrecciasti danza.

     185In quelle, agli avi tuoi dolce ricetto,
Antiche mura, sulle corde d’oro
Ben mi sovviene ancor con qual diletto
Schiudevi d’armonia dolce tesoro;
Semplicette talor con quanto affetto
190Ne’ carmi cercavam grato ristoro:
Oh bell’età! Oh bell’Enrica! obblio
Non mai vi coprirà dentro ’l cuor mio.

     Questa è colei, per cui mi struggo in pianti,
O donna eccelsa, il duro incarco, e greve
195Di sì gran duolo almeno in dolci canti
Sfogar potessi, e al cuor render più leve;
Cantar l’anima pura, e gli atti santi,
E la recisa etate, ahi troppo breve!
Pinger sacra onestate, e lagrimando
200Di sua partenza dir e ’l come e ’l quando.