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     Già ’l primo albor, che l’alte cime indora
Agli oggetti infondea colore, e vita,
Ma qui lenta spuntar parea l’aurora
60Tacitamente dubbia e scolorita,
Mentr’al tempio ove ’l Dio regna, e s’adora
Orme incerte segnando io gìa smarrita
Sperando, ch’anco un cuor d’affanni oppresso
Talor trovi conforto al nume appresso.

     65Quel, ch’allora s’offerse agli occhi miei,
Soggiorno augusto d’immutabil pace,
Cinti il crine d’eterni allori ascrei
Abitan vincitor del tempo edace
D’eroi sommi cantori, e degli Dei;
70Qui fantasia securamente audace
Guidarli gode fra quell’alme antiche
Di virtù non mentita altere amiche.

     Intorno al tempio non caduche rose
Schiudono l’odorate intatte foglie,
75E sussurrando tra le frondi ombrose
Cerchia fresco ruscel l’eterne foglie:
Siedon sù lidi suoi schiere vezzose,
E lusinghiero canto all’aure scioglie
Stuolo di Vati, cui più dolce stella
80Più tenera dettò colta favella.