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     Sopra remota sconosciuta riva
Avvi sacrata stanza a forte nume,
35Qui sol eterno irraggia, e il vago avviva
Felice suol, che irriga un ampio fiume;
Qui velenosa mai pianta furtiva
Non s’erge sotto al fecondante lume;
Qui sol v’han colti ed odorosi fiori
40De’ zeffiretti fortunati amori.

     Autor d’ogni magnanimo pensiero
Di queste terre l’adorato Dio
Estro si chiama, che gentil sentiero
Schiude a quel Vate, che non pave obblìo.
45Tal solca l’onde intrepido nocchierom
Ch’all’incognite genti il varco aprio,
Ed a’ penati suoi dal lido adusto
Ritorna un dì di gran tesori onusto.

     Qui pur madre d’onor saggia fatica
50Fuga il vil ozio dal superno chiostro;
Qui bell’alma talor di gloria amica
Sparge grato sudor sul dotto inchiostro;
Qui Diva annida, che d’Italia antica
Cinse il superbo crin d’alloro, e d’ostro;
55Fama s’appella, e di seguir le piace
Nel fortunato suol l’Estro vivace.