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     Lodo su carmi tuoi più d’una volta
Tornar, ma fallo è l’arrestar d’un tratto
Corridor, che galoppa a briglia sciolta,
     Sdegna, e temi un censor, che troppo esatto
D’arte favelli, sebben scranna ci copre,
Tutto spesso ei condanna ad ogni patto.
     Spesso avvien, ch’egli colpa in te discopre
Non per altra ragion, se non se quella,
Che l’arte sola in giudicarti adopre.
     L’Arte un dì ch’era ancor giovin zitella
Del Gusto s’invaghì, che in pari etade
Scorrea del mondo questa parte, e quella.
     Ma siccome in amor soventi accade,
Tanta per essa indifferenza ei prese,
Quant’essa avea per lui grazia, e bontade,
     Pur galante qual era, e assai cortese
Il Gusto; a bada alcuni dì la tenne,
E novellando, a corteggiarla attese,
     Però sul sodo alfin batter convenne,
E dir di nozze 3; ei per sottrarsi al groppo
Fuggì, nè presso lei mai più sen venne.
     L’Arte irata col Dio volubil troppo
Per dispetto sposar volle sul punto,
E al Metodo si diè stitico e zoppo,
     Che per esser di vita infermo, e smunte
Sulla cattedra sempre immobil siede,
E di dettar prese coll’Arte assunto.