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     S’Ella di tanto a te fatt’avrà dono,
Greco, Latin, Tosco, Britanno, o Franco
Mastro di Musa, e precettor di suono
     Lascia alle scranne, e con piè sciolto, e franco
T’avvia pel calle, che su Pindo adduce,
Nè dubita per via di venir manco.
     Con tali pregi, e tal maestra, e duce,
Tu dei l’arte formarti, e van consiglio
Spregiar, che gli altri ad imitar t’induce.
     A te sta di condurre il tuo naviglio,
E benchè ’l lido opposto il mar ti copra,
Nè tutto il possa misurar col ciglio,
     Lasciar non dei di poner mano all’opra,
Che pronto ardir più di, prudenza a prova
Vale, che nulla di magnanim’opra.
     Icaro cadde al suol, ma via pur trova
Dedalo di volar coll’ali stesse,
Si quel, che nuoce all’uno, all’altro giova
     Se ’l buon Roman prima, che fronte fesse
Sul ponte all’armi dell’Etruria tutta,
Di farlo il come ponderato avesse,
     Ragion non v’era, che all’inegual lutta
Valesse a porlo, eppur l’ardire insano
Salute a Roma, ed a lui gloria frutta.
     E’l prode vincitor dell’Oceano,
Pria d’accingersi al calle anco intentato.
L’ignoto mar non misurò con mano.