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Tal fiammeggiava il Filisteo Gigante
Setto le piastre de’ ferrati arnesi,
E fattosi da Presso ebbe in dispregio
Del buon David la giovanil virtude,
Onde ridendo egli diceva; or forse
Ho sembianza di can, che tu ne vieni
Con tuo vincastro? indi salito in ira
Gridando ei minacciò: fa, che t’appressi
Sì ch’io disperga le tue carni pasto
A le fere dell’aria, e de la terra,
A cui rispose il buon figliuol d’Isai;
Tu ne la spada, e tu ne l’asta hai speme
Tu ne lo scudo; io mia speranza ho posta
Nel Signor degli eserciti, che regge
Onnipotente d’Israel le Squadre,
Cui tu dispregi e Dio porratti in forza
De la mia mano, e troncherotti il capo,
E donerò de’ Filistei le membra
A le fere de l’aria e de la terra
Acciò comprenda l’universo come
L’eterno Dio con Israel soggiorna;
Qui d’atro fiele il fier Gigante accese
Alto disdegno, ed affrettava i passi
A calpestarne il giovinetto, ed egli
Di durissima selce empie la fionda
E sovra il capo la si gira intorno
Ben tre fiate, indi fermato in terra