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E travagliando al suo Signore il pugno
Mostra ch’è nato a nobil volo e sembra
Tutti voler corcar de l’aria i campi;
Tal ripien di vigore era a mirarsi
Per la campagna il buon figliuol d’Isai;
E d’altra parte minaccioso i passi
Contro movea lo sfidator Getheo;
Grand’elmo in testa, grande usbergo indosso.
Gran spada al fianco, e gran metal guerniva
Ambe le gambe, e sul terribil tergo
Grande acciar risonava, e grande feudo,
E con immensa man tronco reggeva
Dismisurato; a rimirarsi orrore
Era in quell’armi l’ammirabil mostro
E l’aureo sol che da l’eteree piagge
Spandendo lampi percotea que’ ferri,
Ne facea sfavillar l’aria d’intorno
Raddoppiando ne’ cuor alto spavento;
Qual nel grembo a l’Egeo nave percossa
Da procelloso fulmine raccoglie
Ne’ fianchi antichi la celeste fiamma
Indi nudrendo per la negra pece
I gravi incendi se ne va l’ardore
Imperioso a le velate antenne
In un momento, e per le gabbie eccelse,
Onde da lunge il pescatore ammira
L’alta sembianza de le vampe Etnée,