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LE API
DI M.
GIOVANNI RUCELLAI
FIORENTINO.
MEntr’era per cantare i vostri doni
Con alte rime, o Verginette caste,
Vaghe Angelette delle erbose rive,
Preso dal sonno, in sul spuntar dell’Alba
M’apparve un coro della vostra gente,
E dalla lingua, onde s’accoglie il mele,
Sciolsono in chiara voce este parole:
O spirto amico, che dopo mill’anni,
E cinque cento, rinnovar ti piace
E le nostre fatiche, e i nostri studj,
Fuggi le rime, e ’l rimbombar sonoro.
Tu sai pur, che l’immagin della voce,
Che risponde dai sassi, ov’Eco alberga,
Sempre nimica fu del nostro regno.
Non sai tu, ch’ella fu conversa in pietra,
E fu ’nventrice delle prime rime?
E dei saper, c’ove abita costei,
Null’Ape abitar può, per l’importuno,