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     33Poi Giulio di sue spoglie armava tutto,
E tutto fiammeggiar lo facea d’auro,
Quando era al fin del guerreggiar condutto,
Al capo gli intrecciava oliva, e lauro.
Ivi tornar parea sua gioia in lutto,
Vedeasi tolto il suo dolce tesauro,
Vedea sua ninfa in trista nube avvolta
Dagli occhi crudelmente essergli tolta.

     34L’aria tutta parea divenir bruna,
E tremar tutto dell’abisso il fondo,
Parea sanguigna in ciel farsi la luna,
E cader giù le stelle nel profondo:
Poi vedea lieta in forma di fortuna
Sorger sua Ninfa, e rabbellirsi il mondo,
E prender lei di sua vita governo,
E lui con seco far per fama eterno.

     35Sotto cotali ambagi al giovanetto
Fu mostro de’ suoi fati il leggier corso,
Troppo felice, se nel suo diletto
Non mettea morte acerba il crudel morso.
Ma che puote a fortuna esser disdetto,
Ch’a nostre cose allenta, e stringe il morso?
Né val perch’altri la lusinghi, o morda,
Ch’a suo modo ci guida, e sta pur sorda.