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il tesoretto | 73 |
XX
Al fino amico caro,
a cui molto contraro
d’allegrezza e d’afanno
2430pare venuto ogn’anno,
io, Burnetto Latino,
che nessun giorno fino
d’avere gioia e pena,
come Ventura mena
2435la rota in falsa parte,
ti mando in queste carte
salute e ’ntero amore;
ch’io non truovo migliore
amico che mi guidi,
2440né di cui piú mi fidi
di dir le mie credenze,
ché troppo ben sentenze,
quando chero consiglio
intra ’l bene e ’l periglio.
2445Or m’è venuta cosa
ch’io non poria nascosa
tener, ch’io non ti dica.
Pur non ti sia fatica
d’udire infin la fine,
2450Amico mio, ch’afine
mie parole mondane
ch’io disse ognora vane;
per Dio merzé ti mova
la ragione e la prova
2455che ciò che dire voglio
da buona parte acoglio.
Non sai tu che lo mondo
si poria dir non-mondo,
considerando quanto