cui la gente riprenda
d’una laida vicenda,
tu dèi essere acorto 1900a diritto ed a torto
in dicer ben di lui,
e per fare a colui
discreder ciò che dice.
E poi, quando ti lice, 1905l’amico tuo gastiga
del fatto onde s’imbriga.
Cosa che tu promette,
non vo che la dimette.
Comando che s’atenga, 1910pur che mal non n’avenga.
Ben dicon buoni e rei
se tu fai ciò che dèi,
avegna ciò che puote;
ma poi chi ti riscuote, 1915s’un grave mal n’avene?
Foll’è chi teco tene;
ch’io tegno ben leale
chi per un picciol male
fa schifare un magiore, 1920se ’l fa per lo migliore,
sí che lo pegio resta.
E chi ti manofesta
alcuna sua credenza,
abine retenenza 1925e la lingua sí lenta,
ch’un altro no lla senta
sanza la sua parola;
ch’io giá per vista sola
vidi manofestato 1930un fatto ben celato.
E chi ti dá in prestanza
sua cosa, o in serbanza,