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accettabili le correzioni che ho introdotte nei vv. 2, 6, 7, 8 (l’unico ms.: «luogo di», «in oco facciendo», «ch i par ragiono», «voler lo mi contende»; ma, in cauda venenum: «sermenti onde pori omo abeverarsi salui mia ueggia ne non uo che si spanda».

Le 5 canzoni son contenute nell’antico e ben noto cod. Vat. 3793 (trascritte, però, da mano piú recente), non senza, qua e lá, errori ed omissioni, di quasi sempre agevole restituzione.

Per la famosa risposta a Donne che avete intelletto d’amore, ho seguito il testo fermato dal Barbi (ediz. fiorentina delle opere di Dante, pp. 59-61); per le altre quattro, mi son giovato delle stampe curate dal Salvadori e dal Della Torreí1, mai trascurando le citazioni di alcuni passi fatte dal Barbi nel cit. 10° vol. degli Studi danteschi. Nello stesso cod. Vat. 3793 son trascritti, dalla stessa mano che esemplò le 5 canzoni, i 61 sonetti, che il Salvadori2 per primo pubblicò in buona lezione e illustrò, sostenendo che ne fosse autore il Cavalcanti. Per il testo, e per l’esatta interpretazione, ho preso in esame, a volta a volta, qualche buon suggerimento del Pellegrini, del Lega, del Sanesi3 e del Barbi; ma non mi è stata utile l’edizione Rivalta, perché tutt’altro che esente da sviste.

Passando a L’Intelligenza, dirò anzitutto che degne di elogio sono le diligenti cure prodigatele da V. Mistruzzi (1928) che ne ha dato un testo4 migliore anche di quello, pur buono, approntato da R. Piccoli nel 1911.

  1. Cfr. rispettivamente il Giorn. dantesco (anno XXIV, pp. 277-290) e l’ediz. Barbera delle Opere di Dante (1919).
  2. Nel vol. La poesia giovanile e la canzone di amore di G. Cavalcanti (Roma, Soc. Ed D. Aligh., 1895).
  3. Cfr. rispettivamente il Giorn. storico, XXVI e XLVIII e la Rass. bibliogr., XII.
  4. Cfr. L’Intelligenza, a cura di Vittorio Mistruzzi (Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1928).