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320 | poemetti allegorico-didascalici |
CLXXVIII
La Vecchia.
«E se ’l diavol l’avesse fatto saggio,
e che la donna veggia c’ha dottanza
di non volerle far questa prestanza,
4immantenente sí gli mandi in gaggio
la roba ch’ell’avrá piú da vantaggio;
e dica che la tenga in rimembranza
de’ suo’ danari, e non faccia mostranza
8ched e’ le paia noia né oltraggio.
E poi attenderá alcuna festa,
Pasqua o Kalendi Maggio o Pentecosta,
11e sia intorno a lui sanza far resta,
dicendo che giá mai a la sua costa
non dormirá, se que’ no gliele presta.
14La roba, in questa guisa, sí gliel’osta!»
CLXXIX
La Vecchia.
«E s’alcun altro non ha che donare,
ma vorrassi passar per saramenta,
e dirá che la ’ndoman piú di trenta
4o livre o soldi le dovrá recare,
le saramenta lor non de’ pregiare,
chéd e’ non è nessun che non ti menta;
e dice l’un a l’altro: ‘La giomenta
8che tu ti sai, mi credette ingannare;
ingannar mi credette, i’ l’ho ’ngannata!’.
Per che giá femina non dee servire
11insin ch’ella non è prima pagata;
ché quando ha fatto, e’ si pensa fuggire,
ed ella si riman ivi scornata.
14Per molte volte fui a quel martire.»