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282 | poemetti allegorico-didascalici |
CII
Falsembiante.
«Sí prendo poi per seguir mia compagna,
ciò è madonna Costretta-Astinenza,
altri dighisamenti a sua voglienza,
4perch’ella mi sollazza e m’accompagna;
e metto pena perch’ella rimagna
con meco, perch’ell’è di gran soffrenza,
e sa mostrar a tal gran benvoglienza
8ch’ella vorrebbe che fosse in Ispagna.
Ella si fa pinzochera e badessa
e monaca e rinchiusa e serviziale,
11e fassi soppriora e prioressa.
Iddio sa ben sed ell’è spiritale!
Altr’or si fa novizza, altr’or professa;
14ma che che faccia, non pensa ch’a male.»
CIII
Falsembiante.
«Ancor sí non mi par nulla travaglia
gir per lo mondo in ogne regione
e ricercar ogne religïone;
4ma della religion, san nulla faglia,
i’ lascio il grano e prendone la paglia,
ch’i’ non vo’ che l’abito a lor fazzone
e predicar dolze predicazione:
8con questi due argomenti il mondo abbaglia.
Cosí vo io mutando e suono e verso
e dicendo parole umili e piane,
11ma molt’è il fatto mio al dir diverso;
ché tutti que’ ch’oggi manucar pane
non mi terrian ch’i’ non gisse traverso,
14ch’i’ ne son ghiotto piú che d’unto il cane.»