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278 | poemetti allegorico-didascalici |
XCIV
Dio d’amore e Falsembiante.
Come Falsosembiante sí parlava,
Amor sí il prese allora a ’rragionare,
e dissegli, in rompendo su’ parlare,
4ch’al su’ parer ver Dio troppo fallava.
E poi il domandò se l’uon trovava
religïone in gente seculare.
Que’ disse: «Sí», non è mestier dottare
8che piú che ’n altro luogo ivi fruttava;
chéd e’ sarebbe troppo gran dolore
se ciaschedun su’ anima perdesse,
11perché vestisse drappo di colore.
Né lui né altri giá ciò non credesse;
ché ’n ogne roba porta frutto e fiore
14religïon, ma’ che ’l cuor le si desse.
XCV
Falsembiante.
«Molti buon Santi ha l’uon visti morire,
e molte buone Sante glorïose
che fuor divote e ben religïose,
4e robe di color volean vestire;
né non lasciar perciò giá di ’nsantire!
Ma elle non fur anche dispittose,
anz’eran caritevoli e pietose
8e sofferian per Dio d’esser martire.
E s’i’ volesse, i’ n’andre’ assa’ nomando;
ma appresso che tutte le Sante e’ Santi,
11che l’uon va per lo mondo oggi adorando,
tenner famiglie, e sí fecer anfanti;
vergine e caste donne gir portando
14cotte e sorcotti di colore e manti.»