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il fiore 259

LVI

Amico.

     «Il marinaio che tuttor navicando
va per lo mar, cercando terra istrana,
con tutto si guid’ e’ per tramontana,
4sí va e’ ben le sue vele cambiando;
e per fuggir da terra, va pressando
in quella guisa ch’allor gli è piú sana,
cosí governa mese e settimana,
8insin che ’l mar si va rabbonacciando.
     Cosí de’ far chi d’Amor vuol gioire
quand’e’ truova la sua donna diversa:
11un’or la de’ cacciar, altra fuggire.
Allor sí la vedrá palida e persa,
ché sie certan che le parrá morire
14insin che no lli cade sotto inversa.»

LVII

Amico.

     «Quando fai ad alcuna tua richiesta,
o vecchia ch’ella sia o giovanzella,
o maritata o vedova o pulzella,
4sí convien che la lingua tua sia presta
a le’ lodar suo’ occhi e bocca e testa,
e dir che sotto ’l ciel non ha piú bella:
‘Piacesse a Dio ch’i’ v’avesse in gonnella
8lá ov’io diviserei, in mia podesta!’.
     Cosí le’ dei del tutto andar lodando,
chéd e’ non è nessuna sí attempata
11ch’ella non si diletti in ascoltando,
e credes’esser piú bella che fata.
E ’mmantenente pensa a gir pelando
14colui che prima tanto l’ha lodata!»