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244 poemetti allegorico-didascalici

XXVI

Lo Schifo.

     Lo Schifo, quando udio quel romore,
conobbe ben ched egli avea mispreso:
sí disse: «Il diavol ben m’avea sorpreso,
4quand’io a nessun uom mostrav’amore.
Ma s’i’, colui che venne per lo fiore,
il posso nel giardin tener mai preso,
i’ sia uguanno per la gola impeso,
8sed i’ nol fo morir a gran dolore».
     Allor ricigna il viso e gli occhi torna,
e troppo contra me tornò diverso:
11del fior guardar fortemente s’attorna.
Ahi lasso, ch’or mi fu cambiato il verso!
In poca d’or sí ’l fatto mi bistorna
14che d’abate tornai men ch’a converso.

XXVII

Gelosia.

     Gelosia che stava in sospeccione
ch’ella del fior non fosse barattata,
sí fé gridar per tutta la contrata
4ch’a lei venisse ciascun buon mazzone:
ch’ella volea fondar una pregione
dove Bellaccoglienza fia murata;
ché ’n altra guardia non fie piú lasciata,
8po’ ch’ella l’ha trovata in mesprigione:
     «Ché la guardia del fior è perigliosa;
sí saria folle se ’n lei mi fidasse
11per la bieltá c’ha ’n lei maravigliosa».
E se Venus ancor la vicitasse,
di ciò era certana e non dottosa
14che converrebbe ch’ella il fior donasse.