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216 poemetti allegorico-didattici


     Ai Deo! chi vide mai uccisione 268
cosí crudele, in campo od in battaglia,
come facea il buon re Talamone,
Nesteu, Eifebusso, e sí gran taglia?
E ’l pro’ Parigi, Remusso e Giasone,
abbattêr e pugnâr con gran’ travaglia;
traìen le strida e’ guai li naverati,
dividean teste e ’nfilzavan costati,
druscian gli asberghi d’ogni forte maglia.

     Ben combattea lo buon Telamonusso, 269
Nestore ed Ulizesse assai promente;
e Menelau de’ Tigri e Apportacusso,
contr’ai Troian brocciavano sovente;
Agamennon signore e Anfimacusso
danneggiavan i Troian mortalmente.
Le triegue fuoro, e poi parlamentaro,
ov’Ettore ed Accille si sfidaro,
e rimprocciarsi assai villanamcnte.

    Èvi com’Accillesse il rimprocciava 270
perchè Patricolusso gli avea morto,
la cui bieltá teneramente amava,
ch’egl’iera bello e pro’, sagg’ ed accorto.
Un giorno avenne ch’Ettor si chinava,
(Andromada l’avea sognato scorto)
e volea prendere un elmo reale;
Accille il perseguìa d’odio mortale:
in tradigion l’uccise ed a gran torto.

     Ed èvi a motto a motto tutto quanto 271
dipinto, come ne portaro Ettore:
le strida e’ guai e l’orribile pianto;
Andromada si squarcia e grid’e plore;
piangeva Lena e Pollisena tanto,