trombe sonando e molt’altri stormenti;
giunsero a la cittá nobel di Troia,
per fare a’ cittadini ed onta e noia:
da guerra aveano ogni bell’armamenti.
Ed èvi quando li vide Priàno, 261
e ’l prod’Ettòr, Parigi e Troillusso;
ed Eneasse lo buon capitano,
ed Antenore e il buono Eifebusso;
Menòn re, ch’iera l’aiuto troiano
venuto, appresso lui ’l pro’ Pandarusso,
Restùs e Massiusso e ’l re Carràs,
Anfimacusso e ’l forte Nesteàs,
(tutti fuôr regi) e ’l signor Cappadusso.
Èvi come Remusso a la stagione 262
vij. conti menò con lui sovrani;
e .iiij. duca di gran valigione,
per dar aiuto, venner a’ Troiani;
e ’l re Glacòn d’Elice e Sarpedone
entraro ’n Troia, e fuôr cugin’ germani;
e fuorvi Pelleusso e Arcamusso,
e di Frigia lo buon re Antopusso;
tutti questi non fuôr de’ diretani.
Èvi dipinto il buon Pretemissusso, 263
e Terreplèx a giavellotti e a dardi;
e Miccerès e lo re Calamusso,
che fuoro duo signor’ di gran’ riguardi;
di Palaglorie il sir Feliminusso,
che fue gigante e non fue de’ musardi;
e fuvi il buon Pistòn e Anattàs,
Ensionne lo pro’ e Anfimàs,
gente barbari e siriesi e sardi.
E ’l re di Persia con gente sovrana, 264
vi fu nobilemente a dismisura;