ed èvi come Candace regina,
donolli un dono che molto valia,
un clamide d’overa molto fina,
con stelle ad oro, a seta di Soria;
una corona d’oro lavorata,
con pietre preziose molt’ornata:
e come in Oceán se n’ando via.
Èvi come n’andò in paesi strani, 232
e come combatteo co’ Ciclopé,
ch’ieran diversi giganti indiani;
con genti aveano un occhio e tal un pè’;
e combatteo con fiere molte e cani,
fu nel loco ove nasce lo pepé;
cercò di Babillonia lo diserto,
ch’iera di fiere pessime coverto:
Africa vinse e tutta Etiopé.
Or quivi sono i propî intagli ed atti 233
di tutta la sua vita quanta fue;
in Persia e ’n Macedonia scrisse i fatti,
in istatue d’oro che fuôr due;
e sí come Antipatro fece i patti
d’avelenarlo per le ’nvidie sue;
come Giobàs li temperò il veleno,
onde ’l re Alessandro venne meno,
e ’n Babilonia soppellito fue.
Ed èvi come, in man del su’ maestro, 234
dispese il mondo tutto a’ suoi baroni;
segnor di tutto l’abitur terrestro,
come lo spese, dicerovi i nomi:
pro’ Tolommeus, che li stava al destro,
prenze d’Egitto con tutte regioni
d’Africa e d’Arabia veramente,
e sottomise a lui tutt’oriente.
Aristotil facea le spensagioni.