hanno lor vita, sanz’altro lavoro,
de’ frutti che la terra per sé rende,
e beon d’acqua, e nul compera o vende:
dilettansi nel ciel sanz’altro adoro.
Ed èvi ancora una bella figura, 228
un animal ch’uom apella Finice;
Alexandro la vide ove dimora,
con cresta la ’ntagliò que’ che la fece;
come paon le fauce ha bianche ancora,
risplende vie piú ch’oro in su’ vernice;
ha molte penne di color di rose,
che spandon un rossor quasi focose:
di dietr’ha penne polporine e grige.
Ed èvi come reina Candace 229
li presentò si ricco donamento,
d’una ricca corona d’or verace,
ed elifanti li mandò dugento;
mandòvi un dipintor che ’l contraface,
pantere ottanta di gran valimento;
e mille pelli fuôr di leopardi,
e mille di leon’ di gran’ riguardi;
e come ’l prese per su’ scaltrimento.
Ed èvi il ricco letto de l’avorio, 230
co’ paliti di seta e d’auro ornanti;
nel mondo mai non fu cotal lavoro,
tutta via ’l traggon .xxx. leofanti;
insembre stando sanz’altri con loro,
Candace, ed Alessandro l’è davanti;
allora li mostrò la sua figura,
e come il re Alessandro ebbe paura,
ché si celava a lei, ch’avea i sembianti.
Ed èvi come Candalo il rimena, 231
e fagli infino all’oste compagnia;