Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
il tesoretto | 15 |
non sia che tu non sacce.
Ma vo’ che tanto facce,
405che lo mio dire aprende,
sí che tutto lo ’ntende.
E s’io parlassi iscuro,
ben ti faccio sicuro
di dicerlo in aperto,
410sí che ne sie ben certo.
Ma perciò che la rima
si stringe a una lima
di concordar parole,
come la rima vuole,
415sí che molte fiate
le parole rimate
ascondon la sentenza
e mutan la ’ntendenza,
quando vorrò trattare
420di cose che rimare
tenesse oscuritate,
con bella brevitate
ti parlerò per prosa
e disporrò la cosa,
425parlandoti in volgare
che tu intende ed apare.
VI
Omai a ciò ritorno
che Dio fece lo giorno
e la luce gioconda,
430e cielo e terra ed onda
e l’aire creao,
e li angeli fermao
ciascun partitamente,
e tutto di neente.