E come s’affrontaro i cavalieri, 180
per vendicar Dominzio, assai promente;
Sextusso ed Igneusso isnelli e fieri,
ciascun parea un leon propiamente
a battere e versar per li sentieri,
iscudi e braccia tagliando sovente;
e Tulio e Scipione e Massilusso,
tutti piagneano il buon Dominziusso,
Catone e qualunqu’era il piú valente.
Dall’altra parte èv’Antonio, che taglia 181
ciò che dinanzi a la spada si truova;
druscendo asberghi d’ogni forte maglia,
quel franco battaglier da vincer pruova
quattro re coronati a gran travaglia
uccise, innanzi da lor si rimuova:
e l’un fu Camolusso, e ’l re di Molse,
Tarsino e Gambarino; e poi si volse:
il sangue vi correa com’una piova.
Or quivi son dipinte le contezze 182
di quegli usati e buon’ combattitori;
di quegli aspri Roman’ le valentezze,
ch’ierano ’n grand’ufici e Sanatori;
e que’ ch’ierano usati a grand’asprezze,
ch’ierano stati con Cesar di fuori.
Xi. re gentil di gran lignaggio
v’abbatteo Cesare per suo baronaggio,
che di gran regni eran tutti segnori.
Tudaleo vince e ’l buon re Pharamino, 183
e Goldienne e ’l re Baradienne,
Rocar e re Nenien di gran dimino,
e Dogorante, che lá a morir venne;
e ’l buon re Grazian vi fu, meschino,