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174 poemetti allegorico-didattici


     Per lo mezzo saranno a la battaglia 114
barbari per voler Roma difendere,
ed io sedrò, per fuggir mia travaglia?
Che scusa avrò da chi vorrá riprendere?
Dirò io allor: la mia spada non taglia?
O ch’ambo le mie man’ non possa stendere?
Sí come ’l padre non si può partire
da la bieltá del figliuol ch’è ’n perire,
ma penasi di sua morte contendere,

     i’ mi terrò da la parte Pompeo, 115
però ch’egli ha la ’nsegna del comune,
e credo de’ due duca e’ sia ’l men reo,
ed è eletto duca per ragione».
Cosí Catone a Brutto rispondeo;
tutta la notte stettero in tenzone;
e Brutto si ne tenne al su’ consiglio,
e parvegli pigliar dal peggio ’l meglio,
tutto ch’avesse in prima altra ’ntenzione.

     Pompeio e gli altri Roman dipartiti 116
fecer a Capova loro agunanza;
Cesare e’ suoi, molto fieri e arditi,
n’andâr ver’ Roma con grande burbanza;
Ternusso e Silla e Vario eran fuggiti,
e Scipion fuggío per la dottanza,
ch’avea la torre di Lucera in guardia;
Cesare di fornirsi non si tarda,
ma ’l buon Dominzio mostrò sua possanza.

     Dominzio v’è, che Radicofan tenne, 117
e fe’ tagliar lo ponte, ed attendero;
Cesar con molti ingegni ad esso venne,
e spessamente e forte il combattero;
Currio con Dominzio assai s’avvenne,