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l’intelligenza 159


     Savete voi ov’ella fa dimora 59
la donna mia? In parte d’oriente.
Muove da lei la clartá de l’aurora,
ch’allegra ’l giorno, tant’è splendiente;
e giammai Pulicreto intagliadura
non feci’ al mondo sí propriamente;
ché l’assestò e fece Amor divino,
che non v’è poco né troppo né meno
al saggio di qual è piú conoscente.

     In una ricca e nobile fortezza, 60
istá la fior d’ogni bieltá sovrana,
in un palazzo ch’è di gran bellezza;
fu lavorato a la guis’indiana.
Lo mastro fu di maggior sottigliezza
che mai facesse la natura umana;
molto è bello, nobil e giocondo,
e fu storato a lo mezzo del mondo,
intorneato di ricca fiumana.

     L’alto palazzo è di marmo listato, 61
di bella guisa e molto ben istante;
le porte son de l’ibano affinato,
che nol consuma fuoco, al mi’ sembiante.
Conterovi com’è’ fu deficato:
la porta sta diritt’al sol levante;
proáulo è ’l secondo, ch’uomo appella
verone, ed è d’un’overa assai bella,
ch’a la gran sala fu posto davante.

     Lo terzo loco è lo salutatorio, 62
e quel luoch’è la grande camminata,
di gran larghezza, ov’è ’l gran parlatorio:
la grada è di cipresso inciamberlata,
e lo sagreto luoco è ’l concestorio;