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l’intelligenza 157

e non si puo cognoscer la cagione.
Èvin un’altra ch’ha nom Isiriarco,
che fa sprendor come del ciel fa l’arco:
di color cristallino è sua fazzone.

     Quel Siriarco a sei forme riluce, 52
ne la parete il sol mostra variato;
ross’è ’l color, d’Arabia si conduce.
Andromada sí v’è ’n forma quadrato,
color d’argento, non molto riluce,
come Diamante s’è forte provato;
e trovasi a la rena del mar Rosso;
umilia l’uom quand’è d’ira commosso,
e fallo star soave e temperato.

     Ottalio v’è, ch’i’ aggio audito dire 53
che rallegr’e rischiara la veduta,
e fa chi gli è d’intorno indebilire:
lo lapidaro prova n’ha renduta.
Ed èvi Unio, ch’è candid’a vedere,
in Brettagni’ e ’n mar d’Indi’ è nascuta.
E Panteronno v’è di piú colori:
i neri e’ rossi e’ verdi son migliori;
per ornar vestimenta è car’ tenuta.

     Somigia Panteronno a la pantera, 54
però ch’è di color’molto stranero.
Ed Abiscito v’è d’altra mainera,
ed ha vene rossette e color nero;
e chi la scalda al foco, è di matera,
che sette giorni lo calor v’è intero.
Calcofinòs v’è nero ed è valoce,
a chi la porta, dar soave boce:
li cantador’la terrian voluntero.

     Melochitès v’è, gemma molto cara, 55
e contrasta li spiriti maligni;