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trattato d'amore

LX

     Ne lo disio, dove Amor mi tene,
sovente co lo cor vado pensando
la vita che m’è ’n grato, e ricordando
4quella dolcezza donde mi sovene.
Ché quando in mio penser rimiro bene
l’atto piagente dove m’accomando,
tutte fïate cosa non domando
8fòr che in ciò tener ferma mia spene.

     Però che dimorando in tal disio,
non m’è aviso ch’i’ potesse avere
11cosa che fosse a lo mi’ cor contraro;
perché cotal voler m’è dolce e caro,
che seguitandol n’acquisto piacere,
14vivendo com’è ’n grato a lo cor mio.

LXI

     Però ch’i’ ho temenza di fallare
s’andasse piú innanzi maggiormente,
mi voglio sofferire e porre mente
4a ciò ch’i’ giá udito aggio contare;
ché dolce canto puote altrui ’nnoiare
per troppo usare e venir ispiacente:
perch’i’ vi dico ched i’ son temente
8pur d’esto tanto innanzi a voi ’nviare.

     E voglio umil pregar la cortesia
di voi, che m’abbia in ciò per iscusato,
11ch’i’ pur mostrato v’ho di mio savere.
Lo qual, se fosse ancor me’ da vedere,
avrei con piú ardire a voi mandato
14e manderò quand’a piacer vi fia.